DoCoMoMo … per il Foro … un appello …

FOROPALLA

Dopo il Pincio … il Foro Italico …
Al Ministro per i Beni e le Attività Culturali
Sen. Sandro Bondi
via del Collegio Romano, 27 – 00153 Roma

Al Direttore Generale per i Beni architettonici, storico artistici ed etnoantropologici
Arch. Roberto Cecchi
via di San Michele, 22 – 00153 Roma

Al Direttore regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Lazio
Ing. Luciano Marchetti
piazza di Porta Portese, 1 – 00153 Roma

Al Direttore Generale per la qualità e la tutela del paesaggio,
l’architettura e l’arte contemporanee

Arch. Francesco Prosperetti
via di San Michele, 22 – 00153 Roma

Al Presidente della Regione Lazio
Dott. Piero Marrazzo
via Cristoforo Colombo, 212 – 00147 Roma

Al Sindaco del Comune di Roma
On. Gianni Alemanno
Palazzo Senatorio
piazza del Campidoglio, 1 – 00186 – Roma

Al Presidente di Coni servizi spa
Dott. Giovanni Petrucci
largo Lauro De Bosis, 15 – 00194 – Roma

Roma 22.09.08

Questo appello intende richiamare la Loro attenzione sulla condizione di degrado ambientale e fisico in cui versa il complesso monumentale del Foro Italico a Roma.
Ideato e costruito tra gli anni Venti e Trenta del Novecento come parco dedicato alle discipline sportive per l’Opera Nazionale Balilla su piani di Enrico Del Debbio e poi di Luigi Moretti, il complesso del Foro Italico (in origine Foro Mussolini) rappresenta un importantissimo sito monumentale per la densità di opere architettoniche e artistiche e per la qualità delle sistemazioni paesaggistiche.
Il complesso architettonico, il primo della Roma moderna cui seguirono la Città universitaria e l’E42, si inserisce nella singolare situazione topografica del sito compreso tra la valle del Tevere e la collina di Monte Mario e si sviluppa intorno al nucleo originario dell’Accademia di Educazione fisica con lo stadio dei marmi (E. Del Debbio, 1927-32), comprendendo, tra gli altri, le terme con l’Accademia di musica (C. Costantini, 1933-38), le foresterie nord e sud (C. Costantini, 1934-37, E. Del Debbio, 1933-34) il piazzale dell’impero (L. Moretti, 1937), la fontana della sfera (M. Paniconi, G. Pediconi, 1933-34), la colonia elioterapica (E. Del Debbio 1933-35) e la Casa delle Armi di Moretti (1933-36), straordinaria icona dell’architettura italiana degli anni Trenta. Notevoli sono anche le opere d’arte tra cui le statue inserite nel parco e i mosaici della piscina coperta (G. Rosso, A. Canevari), del piazzale dell’Impero (G. Severini, G. Rosso, A. Capizzano, A. Canevari) e della Casa delle Armi (A. Canevari).
Unanimemente riconosciuto per le sue valenze storico-artistiche anche dalla cultura architettonica internazionale, il Foro è oggetto di numerosissimi studi e pubblicazioni e rappresenta un ‘testo’ di riferimento per l’architettura italiana del Novecento, come dimostrano le frequenti visite da parte di studiosi e architetti provenienti da tutto il mondo.
Per le sue consolidate e alte qualità di bene culturale, il Foro è sottoposto a:
– vincolo monumentale di cui al decreto del 31 gennaio 1989 ai sensi della Legge n. 1089 del 1939;
– vincolo paesaggistico di cui alla deliberazione della Giunta Regionale del Lazio n. 10591 del 5 dicembre 1989 ‘Valle del Tevere’ ai sensi della Legge 1497 del 1939.
È inoltre inserito, nell’ambito del Nuovo Piano Regolatore Generale del Comune di Roma, nei tessuti della città storica tra gli ‘Edifici e complessi speciali’ come ‘Caposaldo architettonico e urbano’; nella ‘Carta per la Qualità’, allegata al Piano, è indicato come ‘complesso di edifici di rilevante interesse architettonico, urbano e ambientale’. Nell’ambito della programmazione strategica del Nuovo Piano regolatore generale il Foro è anche compreso in uno specifico Progetto urbano Flaminio-Foro Italico (PUF) elaborato dall’Ufficio qualità architettonica dell’Assessorato all’Urbanistica del Comune di Roma.
Il Foro è stato oggetto già nel dopoguerra, anche in vista dei Giochi Olimpici del 1960, di alcuni completamenti. Successivamente, alla fine degli anni Ottanta, nonostante i vincoli di salvaguardia e tutela, il complesso ha subito l’ampliamento smisurato e inappropriato dello stadio Olimpico che era stato escluso dal vincolo monumentale. Attualmente il modo d’uso delle attrezzature sportive, degli spazi e di alcuni edifici, appare del tutto incompatibile con le sue caratteristiche di parco urbano progettato per la pratica sportiva _ e non agonistica _ e per le attività del tempo libero. L’inopportuna destinazione a manifestazioni di massa, l’uso improprio di alcuni degli edifici e l’assenza di manutenzione hanno causato negli anni una situazione di notevole degrado in tutto il complesso.
Oggi, ancor più, il Foro Italico è a rischio perchè sta subendo pesanti interventi di trasformazione che stanno interessando sia le aree libere che gli edifici storici. Tale situazione è conseguenza diretta delle iniziative avviate a seguito dell’adozione del Protocollo di intesa per la tutela e la valorizzazione del Foro Italico siglato il 28 settembre 2005 dal Ministero per i Beni e le Attività culturali-Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Lazio, dalla Regione Lazio, dal Comune di Roma e da Coni Servizi spa.
Il Protocollo si basa sulla Legge 178/2002 relativa alla costituzione della società CONI Servizi spa, con azioni attribuite al Ministero dell’economia e delle finanze, e al conferimento di beni immobili patrimoniali dello Stato, in proprietà e in usufrutto, alla stessa società.
A seguito del Protocollo la società Coni Servizi ha elaborato un progetto, noto solo nelle linee generali, ma i cui primi risultati appaiono decisamente allarmanti e ci spingono a chiedere un intervento urgente, chiaro e risolutivo delle Istituzioni preposte alla conservazione del patrimonio culturale, paesaggistico e architettonico del nostro Paese. È necessario intervenire sul Foro Italico con un progetto di qualità basato sulla conoscenza delle fonti e sull’anamnesi del sito e non attraverso occasionali manutenzioni che contribuiscono solo a snaturarne i caratteri.”

Rosalia Vittorini
Presidente DoCoMoMo Italia

Grazie … e speriamo che sia la volta buona …

FOROPIANTA

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6 Responses to DoCoMoMo … per il Foro … un appello …

  1. Rosalia Vittorini ha detto:

    Grazie per aver pubblicato l’appello che si può sottoscrivere sul sito http://www.docomomoitalia.it. L’appello è stato lanciato la settimana scorsa al convegno di docomomo international a Rotterdam. Speriamo in un mare di adesioni….
    Rosalia Vittorini

  2. sergio1943 ha detto:

    Estraggo dall’articolo di Giuseppe Strappa, PROBLEMI DI MERITO E DI METODO, sul Corriere delle Sera – ROMA del 23.09.2008, alcuni interessanti passi che mi lasciano ben sperare che le follie urbane degli ultimi anni si possano lasciare definitivamente alle nostre spalle. L’articolo comincia con un riferimento al Pincio ma non preoccupatevi!, é solo per dire che:
    “”La polemica sul parcheggio del Pincio, sulla quale sono intervenuti ormai un pò tutti (tecnici,cantanti, attori) ha posto due questioni sulle quali riflettere.
    La prima riguarda i ruoli e le procedure.
    In un paese normale le istituzioni dovrebbero essere in grado di valutare, approvare e portare a compimento i progetti, senza disastrosi ripensamenti. In questo quadro, non c’é dubbio che il compito di valutare l’impatto sul patrimonio storico dei nuovi interventi spetti alle soprintendenze. Le quali dovrebbero avere l’autorevolezza di proteggere la nostra eredità architettonica. Sono loro gli esperti e non ci dovrebbe essere bisogno di commissioni di “saggi”. I pareri che espimono inoltre, pur nella complessità e nell’intreccio dei problemi, dovrebbero riguardare competenze specifiche, non aspetti sui quali altri sono chiamati a prendere decisioni.
    Nel caso dell’intervento del Pincio i valori da proteggere erano ben noti e le preesistenze archeologiche tutt’altro che inaspettate. Non é ammissibile che, nella confusione dei ruoli, debba essere il committente, sotto la spinta della pubblica indignazione, a porre la questione della tutela in modo più attento delle stesse autorità competenti. UNA DERIVA CHE SEMBRA PURTROPPO CONFERMATA DA CASI COME IL FORO ITALICO; DOVE é STATO ESPRESSO UN PARERE FAVOREVOLE PER LA COSTRUZIONE, IN UN’AREA ViNCOLATA, DI UN MOSTRO ARCHITETTONICO CHE LO STESSO COMMITENTE HA RITENUTO POI INADEGUATO.
    L’altra questione é di carattere urbanistico. Le recenti vicende indicano come sia ormai urgente un’organica idea di futuro per il centro storico di Roma. Cominciando con lo stabilire che la CONSERVAZIONE, IL RESTAURO, LE TRASFORMAZIONI CONGRUENTI E NECESSARIE SONO LA SUA FORMA DI MODERNITA’. Che gli interventi puntuali, le soluzioni caso per caso, non fanno che favorire la perdita del tessuto antico.
    Si sarebbe capito allora, senza che ce lo spiegasse Celentano, che gli inediti problemi imposti dalla condizione contemporanea non si risolvono con poche centinaia di posti auto privati scavando sotto i nostri monumenti. ”
    Mi accorgo di aver copiato tutto l’articolo ma mi é parso troppo bello e incisivo da non doverne tralasciare nulla. L’ho sentito anche in assonanza con un mio commento del lunedì precedente, 22.09 su “Venezia…un Calatrava…clandestino”

    P.S.
    Non sarà stata l’intenzione di Strappa ma l’articolo mi é parso anche una bella tirata d’orecchi a Carandini e all’ultimo La Regina per non parlare poi del trio Rutelli-Veltroni-Morassut.

  3. manuela marchesi ha detto:

    …torna la tattica del degrado malandrino…

  4. isabella guarini ha detto:

    L’appello per la salvaguardia e difesa del Foro Italico è da sottoscrivere perché è un esempio moderno di architettura e di sistemazioni paesaggistiche. Di rado l’architettura moderna offre una tale simbiosi, in quanto la modernità riguarda più i materiali, le forme e la funzione piuttosto che il rapporto con il contesto. Questa è la lezione che ne è derivata nelle scuole d’architettura almeno per quella che ho frequentato quando la storia dell’architettura si fermava agli anni venti e quella dell’architettura moderna saltava le realizzazioni in Italia durante il Fascismo. Vi è stato un recupero solo di recente della storia architettonica degli anni trenta e quaranta in Italia, necessariamente in quanto natura non habet saltus, né historia. Resta comunque imbarazzante per alcuni firmare appelli per la difesa delle opere del Fascismo, che sono sottoposte a trasfigurazione da parte di chi vuole fare ancora i conti con la politica in modo subliminale. Ecco, dunque, le aggiunte, le sostituzioni, in nome del degrado irrecuperabile, e tante altre azioni che tendono a cancellare la memoria storica. C’è da dire che il restauro delle opere di architettura moderna si presenta problematico in quanto molti dei dissesti derivano dalla stereometria delle forme, che non possono essere modificate, come l’assenza di cornicioni, che è una delle cause di degrado delle facciate, il tetto piano e gli infissi metallici. Possiamo quasi definire precaria la resistenza degli edifici moderni alle intemperie, per cui sarebbero necessarie continui interventi di manutenzione. Ma ciò confligge con la mancanza di affezione e di risorse economiche che, vengono prioritariamente assegnate agli edifici di gran lunga più anziani, di cui la nostra penisola è affollata. Non so come conservo un dischetto degli atti del Convegno di Milano,i modi del restauro – 1998, e della Tavola rotonda di Bergamo per salvare la Biblioteca Viipuri, a cura del Comitato italiano Aalto Viipuri. Dalle immagini è possibile rilevare molte considerazioni sulla questione dei danni da intemperie, specialmente per la neve. Ma non è finita qui.

  5. fosco ha detto:

    scusa se te lo chiedo, ma c’è una ragione per il fatto che usi così spesso i puntini di sospensione? (a parte in questo post, ovviamente)

  6. Rossano Corradetti ha detto:

    Fermo 13/01/2009

    Al Dr.Giorgio Muratore

    Mi unisco all’appello che intende tutelare un patrimonio architettonico,artistico,culturale e paesaggistico del complesso del Foro Italico in Roma.
    Ho soggiornato e studiato al Collegio Internazionale di Musica in via Leopoldo Franchetti.
    Ho frequentato la piscina e come strumentista ho collaborato ai concerti all’Auditorium del Foro Italico della Rai in varie stagioni sinfoniche.
    Sarebbe importante una ricerca anche musicale.
    Cordiali Saluti
    Rossano Corradetti

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